Mondo del lavoro e Lockdown: autonomia, flessibilità e proattività le soft skills vincenti

L’iter di selezione dal punto di vista dell’azienda

 

Tutti noi conviviamo ormai da un anno con una pandemia che ha cambiato le nostre abitudini, i nostri modi di pensare e che ha avuto un grosso impatto sociale ed economico, soprattutto nel mercato del lavoro.

In questa situazione, che ha portato diversi disagi ai lavoratori e ha costretto molte aziende a rivalutare le proprie strategie di sviluppo (e quindi anche l’assunzione di nuovo personale), è possibile intercettare nuove opportunità lavorative?

La risposta ovviamente è Sì. Le occasioni vanno ricercate soprattutto nei settori che hanno risentito meno di questa “storica crisi” e che, anzi, hanno rilanciato le loro produzioni e i loro mercati.

In generale si assiste però ad un “reset aziendale” sulla politica di eventuali nuove assunzioni che spingono le aziende a puntare su profili di lavoratori che impattano con proattività a questo particolare periodo storico, senza farsi troppe domande sul presente, avendo comunque uno sguardo positivo sul futuro.

In questo senso le soft skills dei candidati acquistano sempre di più un valore premiante nel processo di ricerca e selezione. In particolare, è sempre più richiesta la capacità di lavorare in autonomia, con mentalità flessibile e spirito propositivo, capacità emerse come necessarie in questo periodo di “lockdown”, sia per gestire la quotidianità che per riorganizzare l’assetto aziendale dopo le chiusure forzate in periodo di pandemia.

Chi ha affrontato questo momento approfittandone per aggiornarsi sul mercato del lavoro, valutando nuove opportunità rispetto ai mercati in crisi, certamente avrà maggiori opportunità di ricollocarsi in considerazione del fatto che le aziende sono particolarmente attente alle competenze trasversali, necessitando soprattutto di ruoli operativi per far ripartire i reparti produttivi.

I candidati non devono quindi scoraggiarsi se un settore verso cui hanno maturato le esperienze più significative risulta maggiormente in crisi e ha sospeso le assunzioni, ma dovrebbero approfittarne per spaziare la loro ricerca verso altri ambiti, facendo specifiche ricerche in rete e provando a reinventarsi professionalmente puntando sulla trasversalità delle competenze acquisite.

Flessibilità e proattività i modus operandi quindi.  Allenare la mente a una capacità sempre più efficiente di trovare da soli la soluzione ai problemi, attitudine che poi può essere trasferita a un processo organizzativo o produttivo aziendale.

In una logica post-lockdown più selettiva in seno alle politiche di assunzioni, le aziende premiano certamente queste soft skills (a parità delle hard skills), poiché caratterizzano i candidati più affidabili e adattabili in un contesto sociale-occupazionale così mutato e ancora potenzialmente instabile.

La somministrazione di lavoro in questo momento storico può certamente rappresentare lo strumento più interessante sia per i lavoratori che devono ricollocarsi in nuovi contesti produttivi, sia per le aziende stesse che, in un periodo così ondivago e di generale trasformazione del mercato, possono avere necessità improvvise di personale.

La somministrazione si trasforma quindi in opportunità per i candidati stessi di uscire dal guscio domestico imposto dal lockdown e rimettere così in moto la propria energia lavorativa che, inevitabilmente, tende gradualmente a scemare nell’immobilismo imposto da periodi di inattività prolungata.

D’altronde le ripartenze sono sempre graduali e spesso richiedono tempo e forza di volontà ma premiano chi ha lungimiranza nell’adattarsi gradualmente al momento storico che tutti stanno vivendo.

Compito di un’agenzia del lavoro, ancor più in questo periodo, è collocarsi come ponte tra aziende e lavoratori per creare nuove opportunità di occupazione, rispondendo prontamente alle esigenze dei vari territori.

“Nessuna giornata in cui si è imparato qualcosa è andata persa”. (cit. David Eddings)

Autore: Dott. Emanuele Felotti