Il gap tra domanda e offerta di profili tecnici nell’attuale mercato del lavoro

Il gap tra domanda e offerta di profili tecnici nell’attuale mercato del lavoro.

In un mondo del lavoro in costante evoluzione, che rispecchia pienamente sia i cambiamenti che giorno dopo giorno avvengono nella società, sia la transizione verso modelli di sviluppo sempre più sostenibili oltre che la trasformazione in digitale delle economie, risulta sempre più preminente il ruolo chiave che la scuola e la formazione hanno per rispondere a tali cambiamenti.

In tale scenario, risultano pienamente evidenti non solo agli addetti ai lavori del mondo HR, ma anche a tutti coloro che risultano attori nel processo di offerta e domanda nel mercato del lavoro, che ci sia una oggettiva difficoltà di reperimento dei profili sempre più specializzati e sempre più qualificati che attualmente sono al centro degli interessi aziendali.

Da vari rapporti e ricerche sviluppati sia in Italia che all’estero al fine di meglio comprendere la situazione del mercato del lavoro attuale, risulta un evidente disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Lo sviluppo tecnologico infatti, sta incidendo fortemente anche sulle competenze richieste ai lavoratori ai quali non è più immaginabile pensare senza che vengano associate a questi ultimi le “competenze digitali base” diffuse sulla maggior parte dei profili lavorativi ricercati.

A questo si aggiunge la crescente domanda di profili qualificati. Le aziende infatti, sono sempre più alla ricerca di profili tecnici che non si riescono a reperire con estrema facilità nel mercato del lavoro sia per mancanza di competenze adeguate, sia perché i nostri istituti tecnici generano troppi pochi diplomati per soddisfare la domanda delle aziende. Tra i profili più difficili da reperire, certamente sono quelli di informatici e periti elettrici/elettronici ad occupare il podio delle ricerche “complesse”.

Tra i motivi sicuramente rientrano il numero limitato di iscrizioni agli istituti tecnici che, ancora oggi, sono considerati percorsi di serie B rispetto ai licei, ma soprattutto appare chiaro come manchi quasi del tutto una cultura tecnico-scientifica condivisa tra mondo della formazione/istruzione e mondo del lavoro.

Attualmente, il settore ICT (acronimo che sta per Information and Communication Technologies ed indica l’insieme di tecnologie che consentono di raggiungere, archiviare, trasmettere e manipolare le informazioni tramite mezzi tecnologici) continua a crescere anche in Italia oltre che nel mondo, sotto l’impulso della trasformazione digitale ed in controtendenza rispetto ad altri settori fortemente colpiti anche dalla pandemia.

Da indagini condotte post pandemia tra novembre e 2020 e gennaio 2021 da enti specializzati del settore, emerge che una bella fetta delle aziende intervistate utilizzi l’adozione di nuove tecnologie quale leva primaria per attrarre profili IT. In realtà, spostando la prospettiva dal punto di vista dei candidati, sono gli stessi professionisti dell’attuale mercato del lavoro che individuano come principale motivazione che spinge al cambiamento lavorativo la possibilità di lavorare con tecnologie all’avanguardia.

Di fronte a tale scenario, appare chiaro come il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, quest’ultimo inteso nelle sue diverse articolazioni (imprese, enti pubblici e privati, soggetti operanti nel campo del terzo settore, ma anche della cultura, dell’arte e del patrimonio ambientale, ecc.), risponde all’esigenza di consentire agli studenti di prendere contatto con una realtà produttiva, sociale, e culturale in rapida trasformazione, di esplorare, opportunità, fare esperienze innovative, ma soprattutto di modificare il tradizionale rapporto tra “imparare” e  “fare”.

Rendere il sistema scolastico migliore, più forte sul piano culturale e formativo, più aperto alla società e al lavoro, è un compito anzitutto delle istituzioni ma che deve vedere impegnata anche l’intera società civile.

Per fare ciò occorre, sempre più, avere il coraggio di investire in capitale umano e formare robuste competenze per garantire un futuro alle nuove generazioni e per accrescere la competitività del nostro Paese.

La sfida, pertanto, è rendere l’offerta educativa e formativa coerente con i cambiamenti della società della conoscenza, accompagnando il processo di innovazione tecnologica, che a ritmi vertiginosi coinvolge tutti gli ambiti della collettività, senza farsi fagocitare dalle tecnologie, ma governandole.

“I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. L’insieme dei due costituisce una forza incalcolabile”. Albert Einstein

                                                                            Autore: Dott.ssa Elisabetta Di Lollo