L’impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro

L’impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro – La Risorsa Umana

Il 18 marzo 2020 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha diffuso il documento “COVID-19 and World of Work: Impacts and Responses”.

Nell’elaborato l’ente valuta il possibile impatto della pandemia sul mondo del lavoro, proponendo una gamma di opzioni praticabili per studiare una ripresa del mercato.

La pandemia e le conseguenti misure di quarantena introdotte per contenerlo, hanno causato uno shock su domanda (inattività obbligata di gran parte della forza lavoro) e offerta globali (sospensione di alcune imprese), delineando uno scenario di prospettive poco positive per l’economia.

Le misure di blocco introdotte dalla maggior parte dei governi sono riuscite a rallentare la diffusione del virus e a ridurre il numero di morti, ma hanno anche congelato l’attività commerciale in molti settori, ampliato le disuguaglianze, interrotto l’istruzione e minato la fiducia nel futuro.

 

Allentamento delle restrizioni

Ora sperimentiamo l’allentamento delle restrizioni, ma il percorso verso la ripresa economica rimane altamente incerto.

Il proseguimento dell’attività aziendale sarà particolarmente difficile per le Piccole e Medie Imprese (PMI), infatti a seguito dei divieti di viaggi, della chiusura delle frontiere e delle misure di quarantena, molti lavoratori non posso recarsi normalmente sul posto di lavoro né organizzare trasferte o partecipazione a importanti fiere, molte delle quali annullate.

Per garantire le distanze di sicurezza molte aziende hanno dovuto riorganizzare ingressi, controllando entrate e uscite, regolamentando i turni di lavoro su orari differenti e/o autorizzare telelavoro e smartworking, con effetti a catena su redditi e consumi.

 

Gamma di opzioni praticabili

Per l’OIL occorrono risposte coordinate e tempestive a livello nazionale e globale per limitare gli effetti sulla salute dei lavoratori e contenere di conseguenza le ripercussioni di natura economica (riduzione del reddito e dei consumi in primis).

Nel “COVID-19 and World of Work: Impacts and Responses”, l’OIL prevede che gli effetti si faranno sentire su:

  • quantità di lavoro: secondo le stime vi sarà un aumento a livello globale del numero di disoccupati;
  • perdite complessive di reddito da lavoro;
  • aumento del divario tra alcune categorie di lavoratori come i giovani, gli ultracinquantacinquenni, gli immigrati, le donne e le categorie non protette (lavoratori autonomi ed occasionali compresi).

A tal proposito l’organizzazione indica 3 pilastri che gli Stati dovrebbero intraprendere per combattere la pandemia:

  1. La protezione dei lavoratori sul posto di lavoro: l’introduzione di misure di allontanamento sociale, procedure igieniche, attrezzature di protezione, diffusione di materiale informativo riguardante la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
  2. La stimolazione dell’economia e della domanda di lavoro: sussidi di disoccupazione, sgravi per i lavoratori a basso reddito e per le micro, piccole e medie imprese, riduzioni dei tassi d’interesse, prestiti mirati e sostegno finanziario.
  3. Il supporto dell’occupazione e dei guadagni: estensione delle misure di protezione sociale nei confronti di lavoratori svantaggiati (occasionali, stagionali…), sussidi salariali, agevolazione finanziaria e fiscale.

Conclusone

Il COVID-19 continua a diffondersi in tutto il mondo con una traiettoria difficile da prevedere. Le politiche sanitarie, umanitarie e socio-economiche che attuiamo determineranno la rapidità e la forza con cui potremo recuperare quanto perso fino ad oggi e nel prossimo futuro.

Fonti e sitografia:

https://www.corriere.it/economia/

https://unric.org/it/

http://www.bollettinoadapt.it/

https://www.bancaditalia.it/homepage/index.html

 

Autore: dott.ssa Alessia Salerno