I talenti ci sono, come conquistarli?

I talenti ci sono, come conquistarli?

Big quit, skill mismatch, generazione Z, smartworking… il mondo cambia.

La pandemia è stata un forte acceleratore, la realtà e i dati confermano che il cambiamento era già in atto e radicato.

Cambiamento inteso come normale, costante, evoluzione delle dinamiche sociali, che per forza di cosa si scontrano con quelle professionali.

L’Italia, come il resto del mondo, registra situazioni importanti di skill mismatch e dimissioni di massa (big quit).

Skill mismatch, cos’è?

È la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di tipologia di profili professionali.
Le aziende di un determinato territorio ricercano specifici profili professionali, invece le persone si formano su altre professionalità.

Uno studio di Boston Consulting Group, multinazionale di consulenza strategica, rileva che quasi il 27% dei giovani ritiene di non lavorare in base al proprio percorso di studi.

Il trend è in crescita e lo studio rileva che nel corso di quest’anno il 27% dei lavoratori svolgerà attività nuove, che non esistevano fino al 2021.

La stessa situazione viene registrata da uno studio di Anpal e Unioncamere che lato Aziende rileva la difficoltà di reperire profili idonei e necessari, fino al 30% delle Imprese lamentano questa contingenza.

Big quit, cos’è?

È l’aumento esponenziale (di massa) di dimissioni da parte dei lavoratori, registrato in fase pandemica.

Processo fomentato dal motto YOLO, “You Only Live Once”, “Si vive una volta sola”.
In situazioni di crisi le persone reagiscono quindi analizzando la propria situazione, non accettando più di buon grado forzature, vincoli, criticità, negatività professionali, non necessarie. Scegliendo quindi, nella possibilità di farlo, di dimettersi.

Generazione Z, chi sono?

Sono le persone nate dopo il 1997, quindi la nuova generazione che sta affrontando il suo ingresso nel mondo sociale e lavorativo.

Cosa fanno oggi i giovani? Dove si ritrovano? Come parlano? Cosa guardano? Cosa consumano? Cosa vogliono fare?

Gli interrogativi sono molteplici e le risposte sono necessarie per capire quali devono essere le azioni degli stakeholder per poter interagire con questa “nuova” categoria.

Evidentemente ci saranno elementi territoriali, in generale i dati registrano una forte presenza on-line soprattutto in spazi dedicati al gaming.

Diventano quindi di riferimento piattaforme come Fortnite (video game multiplayer sparatutto) e Discord, social dedicato appunto al mondo gaming poi sfruttato anche per community di altri interessi, come l’acquisto di capi di abbigliamento limited edition di brand noti.

Il Lavoro oggi, come si adegua?

Con estremo sforzo, in ritardo.

Molte aziende sono alla ricerca di profili competenti, in tutte certi profili vengono ricoperti da persone in prestito, che si adattano.

Le cause sono molteplici, e coinvolgono tutti:

  • Lo Stato, lento e macchinoso nelle politiche e strumenti di sostegno.
    Spesso a pioggia senza un reale controllo preventivo ed efficiente.
  • Gli istituti formativi che sono alle prese con la costante sfida di aggiornamento dei percorsi formativi proposti per rincorrere i veloci cambiamenti del mondo del lavoro
  • Le aziende, spesso concentrate prevalentemente nell’operatività dedicando poca attenzione all’organizzazione, analisi e crescita
  • Le persone, hanno tante aspettative e diritti, corretto, ma anche doveri. Questi ultimi sembrano passare in secondo piano ma dovrebbero essere l’obiettivo del lavoratore e dell’azienda, perché senza i doveri e i relativi risultati aziendali da raggiungere, mancherebbe il lavoro stesso, le aziende chiuderebbero. Le aziende chiudono.
    Sui social spesso compaiono post ad enfatizzare il cattivo manager, la risposta dovrebbe anche essere: i lavoratori sono dei bravi professionisti/dipendenti?

La vertà sta sempre nel mezzo, esistono casi negativi da una parte e dall’altra, come quelli virtuosi, ma fa più notizia parlare del negativo.

 

Cosa fare?

Semplice, analizzare e agire.

Il mondo cambia, quindi il nostro modo di lavorare deve evolversi di conseguenza.

Prima analizziamo e agiamo, prima avremo certi risultati.

Potremmo attendere e adeguarci alle indicazioni degli altri che si sono mossi per tempo, non avendo il costo della sperimentazione, avremo però quello del time to market (l’elemento principale di successo per un’impresa secondo Bill Gross)

Le categorie di analisi sono prevalentemente due, considerando trasversale la questione skill:

  1. lavoratori con esperienza
  2. generazione Z

Per i primi saranno importanti concetti di riposizionamento professionale, livello economico, stabilità e garanzie lavorative.

Per i secondi gli studi ci portano ad altri temi, come la sostenibilità, l’eticità, la collaborazione, il digitale.
I giovani sono più informati, benestanti. Non conoscono un mondo senza smartphone e internet, come la rigidità del Lunedì mattina alle 8.00.
Hanno attitudini da imprenditori, micro influencer e altre competenze digitali li rendono appetibili per lavori autonomi.

L’analisi è importante, ma da curare.

La Risorsa Umana e Form-app sono attente a queste dinamiche perché:

  • è importante selezionare il candidato corretto, che possa durare nel profilo preposto;
  • è strategico impostare un percorso di crescita aziendale e personale in linea con le necessità attuali ma anche e soprattutto i desiderata attuali delle persone.

Perché al centro di tutto ci sono proprio loro, le persone. La risorse più preziose di oggi e del nostro domani.

 Autore: Andrea Chiericati, Innovation Manager